Fortunatamente negli ambienti legati allo spaccio al dettaglio, a differenza delle altre droghe in circolazione nel nostro Paese, non registra forte richiesta. Piuttosto, il tramadolo rappresenta invece una manna per i combattenti ed i miliziani mediorientali, a causa degli effetti che determina incidendo sulla resistenza allo sforzo fisico e leccitazione, aumentando smisuratamente lego del combattente. Si tratta di una sostanza oppiacea sintetica, che proprio in virtù del forte smercio che registra negli scenari di guerra (e nel mondo ve ne sono a centinaia), rappresenta un business non da poco, anche perché per ogni carico si tratta su milioni di pezzi, e non grammi. E come accade per tutti gli affari che portano soldi, il business del tramadolo non poteva certo passare inosservato alla criminalità organizzata, sempre presente laddove il profitto decuplica. Hanno avuto modo di appuralo gli uomini della sezione Antiterrorismo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria i quali, in seguito a complicate indagini condotte di concerto con i finanzieri del comando provinciale reggino – e in collaborazione con lUfficio antifrode della Dogana di Gioia Tauro – hanno sequestrato qualcosa come 24 milioni di pillole della cosiddetta droga del combattente, equivalente a un valore di 50 milioni di euro. Basta infatti pensare che, nel mercato nero nord africano e mediorientale, ciascuna pasticca viene venduta a circa 2 euro. Che tale sostanza passasse attraverso il nostro Paese, lo ha scoperto il II gruppo della Guardia di Finanza di Genova il quale, mesi fa, cnellambito di unoperazione aveva condotto un altrettanto sequstro di tramadolo nel porto del capoluogo ligure. Avendo una matrice come vedremo terroristica, loperazione si è anche della collaborazione della Dea americana, oltre che della Direzione centrale dei servizi antidroga presso il ministero dellInterno. Come ha poi spiegato ai media il procuratore Federico Cafiero De Raho, fonti investigative estere hanno accertato che il traffico di tramadolo è direttamente gestito dagli uomini del sedicente Stato Islamico, che in questo modo concorrono al finanziamento lIsis delle attività terroristiche (vedi Libia, Siria e Iraq).
M.